martedì 17 aprile 2007

Tragedia in Virginia: Strage dell'Università

Il killer: "Mi avete costretto"Cho Seung-Hui, il killer del politecnico della Virginia (Ap)"E' colpa vostra se l'ho fatto". Questa una delle inquietanti frasi contenute nella lettera testamento lasciata in un dormitorio del politecnico della Virginia da Cho Seung-Hui, lo studente di 23 anni che ha ucciso 32 persone, prima di togliersi la vita. Della lettera, che si compone di numerose pagine e che sarebbe stata scritta in uno stato confusionale sono stati diffusi alcuni stralci dall'emittente americana Abc News. Il killer, figlio di una famiglia di immigrati sudcoreani, arrivato negli Stati Uniti a otto anni, per vivere nei sobborghi di Detroit, si lancia in una tirata con "i ragazzi ricchi", contro la loro "dissolutezza", li definite "ciarlatani capaci soltanto ad ingannare".
Negli ultimi tempi il giovane aveva dato segni di instabilità mentale: i suoi temi per le classi di scrittura creativa avevano talmente inquietato gli insegnanti che lo studente era stato segnalato al servizio di supporto psicologico dell'università. Sembra inoltre che assumesse antidepressivi, e che negli ultimi tempi fosse diventato sempre più violento e stravagante.
Nativo della Corea del Sud, Cho era arrivato negli Stati Uniti con i genitori nel 1992, e dopo l'approdo a Detroit la famiglia si era spostata nella periferia di Washington. Ultimamente si era trasferito in uno dei dormitori della scuola, anche se non quello dove ha ucciso due compagni, prima di continuare il massacro nelle classi della facoltà di ingegneria. Alcuni studenti hanno riportato di averlo sentito ridere mentre sparava. La polizia non ha offerto alcun movente alla base della follia omicida che ha portato al più grave omicidio di massa nella storia degli Stati Uniti.
"Era un solitario, e abbiamo difficoltà a trovare informazioni su di lui" ha spiegato un portavoce dell'istituto Larry Hincker. Il direttore delle classi di scrittura creativa del dipartimento di lingua Inglese che il giovane frequentava lo ha descritto come "problematico". "Eravamo preoccupati per lui - ha detto Lucinda Roy - Talvolta, tramite la scrittura, le persone rivelano sè stesse. E siamo sempre attenti a non ignorare questi segnali". L'insegnante si è rifiutata di diffondere i temi del suo studente, citando ragioni di privacy.

Polemica sulle armi e sull'intervento - La polizia e le autorità universitarie della Virginia sono sotto pressione. Devono spiegare come è stato possibile che un uomo armato sia riuscito a sfuggire all'arresto dopo aver ucciso due persone e poi, due ore più tardi, massacrarne altre 30 prima di togliersi la vita, in quella che è stata la più grave sparatoria in America. La polizia dice che l'omicida avrebbe usato delle catene per bloccare le porte e impedire alla vittime di fuggire dall'edificio. Quindici persone sono rimaste ferite: non solo studenti colpiti da proiettili, ma anche quelli che si sono gettati fuori dalle finestre nel disperato tentativo di sfuggire agli spari. Molti studenti hanno protestato per non essere stati avvertiti del pericolo fino a oltre due ore dopo il primo attacco contro un dormitorio, e poi soltanto con una e-mail dell'università. La tragedia ha riacceso negli Stati Uniti la polemica sulla facilità con cui è possibile acquistare armi nel paese, un dibattito che si riapre ogni volta che avvengono episodi del genere ma che non ha visto molto successo da parte di chi vorrebbe regole molto più severe di quelle attuali.

Il dossier dell'Fbi - Da tempo, il Federal Bureau si sta occupando del fenomeno della violenza nelle scuole e nelle università americane. In un rapporto realizzato su incarico del Nation Institute of Justice, vengono esaminate ventidue categorie di crimini, che vanno dal rapimento all'intimidazione, dalla rapina all'aggressione sessuale, e catalogato ogni elemento utile: età, sesso e razza delle vittime, degli autori dei crimini, e le armi utilizzate. Dal 2000 al 2004 sono stati 558, su un totale di 17 mila, gli episodi di violenza nelle scuole e nei campus universitari degli Stati Uniti e le persone arrestate sono state 181, il 76% delle quali di sesso maschile. L'analista comportamentale dell'Fbi, Mary Ellen O'Toole, ha messo in guardia, in una recente conferenza tenuta nel quartier generale dell'Fbi a Quantico, dal rischio di un effetto 'copycat' a seguito di questi episodi.

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